La Fortezzuola
Indicata dai documenti seicenteschi come “Gallinaro”, dove venivano allevati struzzi, pavoni e anatre per le battute di caccia della famiglia Borghese.
L’attuale denominazione deriva dalla caratteristica cinta turrita di stampo medievale che risale a un intervento di fine Settecento, attribuito ad Antonio Asprucci.
Nel corso di questi lavori, Felice Giani decorò la facciata con otto teste di Cariatidi sopra porte e finestre, nel 1793.
Nel 1919, utilizzato per uffici amministrativi, l’edificio subì un incendio che ne decretò l’abbandono. Nel 1926 fu ceduto in uso allo scultore Pietro Canonica, che provvide alla sistemazione del fabbricato e alla trasformazione delle stalle ad uso espositivo. Dopo la sua morte (1959) la raccolta delle sue opere ha costituito il primo nucleo del Museo dedicato all’artista. La moglie, scomparsa nel 1987, volle donare al Comune di Roma anche gli arredi di pregio dell’appartamento da loro abitato.